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DISTURBI DEL  LINGUAGGIO

 

Imparare a parlare è un processo straordinariamente complesso che si verifica con incredibile rapidità, di norma nel corso dei primi tre anni di vita. I bambini sviluppano la capacità linguistica secondo una sequenza ordinata di fasi: passando dalle emissioni sonore spontanee e dalle lallazioni alla costruzione di frasi complete.

E’ in parte ancora un mistero come il bambino riesca ad acquisire e a padroneggiare con destrezza un sistema così complesso in un arco di tempo relativamente breve. A sei anni infatti il bambino si esprime in modo corretto, dimostrando una competenza linguistica paragonabile a quella di un adulto. In tal senso la scuola agisce come un un contesto di ampliamento e di perfezionamento di un’abilità già fortemente presente e strutturata.

Il ritardo o disturbo del linguaggio (DL) rappresenta una condizione frequente in età prescolare ed è generalmente considerato un disturbo transitorio dello sviluppo a prognosi favorevole entro i tre anni.

Il Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL), si manifesta in assenza di altri disturbi, cognitivi, sensoriali o relazionali, e si caratterizza con un ritardo nella comparsa delle prime parole, nel mancato o alterato sviluppo delle competenze fonologiche (lo sviluppo dei suoni del linguaggio) e talvolta anche morfosintattica e pragmatica.

CRITERI DIAGNOSTICI

La definizione di ritardo o disturbo del linguaggio in età evolutiva è utilizzata per descrivere quadri clinici molto eterogenei, in cui le difficoltà linguistiche possono manifestarsi in associazione con altre condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali) o isolatamente.
Nel primo caso si parla di disturbi del linguaggio secondari (o associati al disordine primario), mentre nel secondo caso si definiscono “Disturbi specifici del linguaggio” (DSL) i ritardi o disordini del linguaggio “ relativamente puri”, in cui non sono identificabili fattori causali noti.

I DSL possono assumere differenti espressioni, in relazione alle caratteristiche del problema.
Riprendendo la classificazione dell’ICD 10 (International Classification of Diseases – 10 edizione redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) le principali manifestazione possono essere in sintesi descritte:

 

  • Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio

  • Disturbo del linguaggio espressivo

  • Disturbo della comprensione del linguaggio

 

Disturbo Specifico dell'articolazione e dell'eloquio

L’acquisizione dell’abilità di produzione dei suoni verbali è ritardata o deviante con conseguente difficoltà nell’efficacia comunicativa del bambino. La diagnosi è possibile in presenza di:

  • intelligenza non verbale nella norma;

  • abilità linguistiche espressive e ricettive nella norma;

  • anomalie dell’articolazione non direttamente attribuibili ad alterazioni sensoriali, anatomiche o neurologiche;

  • anomalie nel contesto d’uso colloquiale del linguaggio.

 

Disturbo del linguaggio espressivo

La capacità di esprimersi tramite il linguaggio è marcatamente al di sotto del livello appropriato alla sua età mentale, ma con una comprensione nella norma. La diagnosi è possibile in presenza di:

  • intelligenza non verbale nella norma;

  • mancanza di produzione di singole parole intorno a due anni;

 

Disturbo della comprensione del linguaggio

  • Comprensione del linguaggio non coerente con l’età cronologica. La diagnosi è possibile in presenza di:

  • intelligenza non verbale nella norma;

  • comprensione verbale marcatamente discrepante con l’età mentale non verbale;

  • capacità di espressione poco evolute e/o devianti

 

I bambini che hanno un normale sviluppo intellettivo e socio-affettivo, e che non hanno alcun apparente danno neurologico, vengono definiti “bambini che parlano tardi”.
Sono i bambini che a due anni parlano poco o niente, e invece ,intorno ai tre anni, sembrano aver recuperato il ritardo: hanno un lessico piuttosto ampio, molti dei loro enunciati sono comprensibili, e iniziano a combinare parole. Questi bambini sono definiti in inglese con una graziosa espressione, late bloomers ovvero bambini che sbocciano tardi.

  • piccole frasi di due parole intorno a tre anni sviluppo limitato del vocabolario; espressioni di lunghezza ridotta;

  • strutturazione della frase poco evoluta e/o deviante;

  • difficoltà nella fluidità della frase / racconto;

  • ritardi / anormalità per i suoni linguistici.

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